giovedì 22 ottobre 2009

Di Letture e altre cose...

I'll be back! Lo diceva Terminator nella famosa saga e lo riprendo io.

Cos'è successo? Mille impegni, cose da fare, sistemare...e anche da leggere

Più esattamente mi sono letto un sacco di Wilbur Smith (diciamo tutta la serie dei Courteney e quella dei Ballantyne) e anche un libro dal titolo e dall'argomento a me estranei: Storia della Castità di Elizabeth Abbott.

su IBS c'è questa sintesi:

"Cosa hanno in comune Giovanna d'Arco, Elisabetta I di Inghilterra, Newton e Lewis Carroll? Tutti quanti, per motivi differenti, in epoche e società molto lontane fra loro e con risultati eterogenei, hanno praticato, temporaneamente o per l'intera vita, la castità. Nel mondo moderno, in cui il sesso è riconosciuto come una forza fondamentale dell'agire umano ed è perciò sfruttato e commercializzato in mille modi diversi, può sembrare che l'unica ragione per astenersi dai piaceri della carne sia la religione. Secondo Elizabeth Abbott, invece, le cose non stanno affatto in questi termini: la castità non è semplicemente un'imposizione teologica contraria alla natura umana, ma un fenomeno storico-sociale che si è manifestato in tutte le culture e in tutte le varianti. Dalle vergini vestali dell'antica Roma agli atleti dei nostri giorni, dalla castità obbligata dei carcerati alla castrazione degli eunuchi. La castità, sostiene la Abbott, non è in sé né un valore né un disvalore, ma ha sempre rappresentato il duplice e ambivalente aspetto di rinuncia intenzionale o privazione subita, mezzo di emancipazione o strumento di coercizione."

Che dire? Ognuno col suo fa quello che vuole, io certe cose non le concepisco di certo...ed il libro in molte parti è divertente e piacevole da leggere.

Volevo solo riportare un breve frammento del libro, sono le parole dell'autrice:
"ho capito che, in questo particolare snodo della mia vita, la castità aveva molto da offrirmi..."
[ad esempio un bel paio di corna, se sei sposata...oppure lo sconto al market]

"Invece di sentirla come un peso frustrante, adesso la vivevo come una liberazione gioiosa. E questo perchè per me, come per la maggior parte delle donne, la castità offre grandi benefici tangibili, in particolare l'esenzione dai doveri domestici della casalinga..."
[infatti le donne caste si ritirano a vivere nelle grotte ed eliminano anche l'igiene personale, ma se sono sposate? Ed i maschi single sessualmente attivi che vivono da soli non devono fare i casalinghi?]

"Per questo privilegio di vivere secondo i miei ritmi e organizzandomi le giornate in base ai miei bisogni, pago il prezzo del sesso"
[E tra questi bisogni non c'è il sesso? Che sia da crederci? Vecchia mia, sei una docente, una madre, ora anche scrittrice...che ritmi così duri vuoi avere?]

E la signora ha alle spalle sia matrimonio che maternità...e non ricerca neppure storie non impegnative perchè: "Preferisco evitare le vie di mezzo e rinunciare senz'altro ai rapporti sessuali, è più semplice".
[Bene così, ti voglio risoluta e capace di affrontare le tue paure e turbe! Dai il buon esempio! O no?]

Adesso non so se il problema fossero le capacità dei soggetti maschili da lei incontrati o magari una rigida educazione un pò troppo bacchettona, o magari si è immedesimata molto nelle ricerche da lei condotte per scrivere questo libro (ed allora mi domando se il libro fosse stato: storia della sodomia?), ma credo che rinunziare ad un piacere così grande e terapeutico sia sbagliato...e poi ognuno la pensi come vuole.

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