mercoledì 22 aprile 2009

Sambo Wars

Antefatto: a metà degli anni '90, la scoperta che un colpo ben assestato ad un lampione provocava lo spegnimento dello stesso, divenne presto uno sport urbano diffuso tra i giovani. Intere vie venivano battute da truppe di ragazzini che spegnevano metodicamente tutti i lampioni presenti. I principianti si allenavano con i calci, i più esperti e vigorosi con il pugno.
Controindicazioni: escoriazioni, slogature, contusioni e la possibile caduta della lampada che poteva colpire il soggetto in questione o le macchine parcheggiate sotto il lampione.

Evoluzione: in alcune vie il parcheggio era a “lisca di pesce”, e l'inciviltà di alcuni automobilisti spingeva a non lasciare spazio per il passaggio pedonale, costringendo a circumnavigare la vettura esponendosi al rischio di essere investiti. Lo sdegno provocato da questo atteggiamento portò un primo giovane, impegnato a praticare lo spegnimento metodico del lampione, ad oltrepassare il veicolo parcheggiato salendo semplicemente sul cofano. La sorpresa e la sfrontatezza del gesto furono subito emulati dai compagni di giochi dello stesso evolvendosi in un'attività ludico-vandalica denominata: “La camminata metallica!” che prevedeva di passeggiare per le vie del paese sopra le auto parcheggiate.
Non è che vi fossero regole precise, capitava, abitualmente nei fine settimana, che un gruppetto di ragazzi, dopo una tappa decisionale al bar, passasse in rassegna un paio di vie del paese camminando sulle vetture parcheggiate.
Capitò pure che il più corpulento della comitiva, allegramente passeggiando su una fila di vetture, finisse per incontrare una 2 cv (storica vettura della Citroen) e vi cadesse dentro perchè il tettuccio in tela non era certo atto a sopportarne il peso!

Tale usanza creò non poche preoccupazioni ai concittadini, anche perchè la successiva evoluzione della bravata divenne il “cappottamento della macchina”. Veniva infatti scelta una macchina, si mettevano in 5/6 giovanotti e cominciavano a dondolarla fino a riuscire a sollevarla e rovesciarla. Questa pratica ebbe però vita breve, in quanto si ritrovarono di fronte ad un proprietario che era sì sbigottito ma molto molto nerboruto.
Raddirizzata la macchina, pagati i danni, conclusi i periodi di castigo inflitti dai genitori questi ragazzi si calmarono assai, finendo la loro carriera di sfasciacarrozze con l'arrivo delle prime patenti e la cognizione dei costi correlati al possesso di un autovettura.

4 commenti:

Wilkie ha detto...

Uhm...

Ma ste cose da dove ti vengono fuori?

W.

Paolo ha detto...

Rigurgiti di memoria...

Sergio ha detto...

Ah, le antiche tradizioni popolari di una volta...

Piermatteo ha detto...

Quoto Sergio...

COme anche "La bella canzone di una volta, faceva sorridere la gente, che la ascoltava allegramente..."

Centra 'ncass ma fa 'nstess...